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Quattro giorni a Ballarò

 

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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di Salvo Cuccia 

Nel 2022 Netflix ha acquistato i diritti non in esclusiva per cinque anni in 30 Paesi in 18 lingue di alcuni miei documentari. Tra questi “Prospettiva Ballarò”, un instant movie girato in quattro giorni nella torrida estate del 2019.

In una Palermo immersa nello svolgimento di Manifesta, la Biennale d’arte che si tiene sempre in città diverse, gli abitanti del quartiere dell’Albergheria, come anche di altre aree urbane di periferia, non avevano nessun contatto con quella manifestazione e non ne conoscevano l’esistenza.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Dunque mentre a Palermo impazzava il turismo culturale scatenato da Manifesta, con decine di migliaia di presenze di stranieri, la Palermo più popolare non se ne curava affatto e la vita continuava a scorrere come sempre.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

I poveri sempre più poveri andavano a vendere per strada le scarpe e gli abiti usati in un mercato a cielo aperto che copriva gran parte dell’Albergheria, fino al mercato di Ballarò. Qui si possono trovare gli oggetti più disparati, anche rubati, da servizi di piatti e bicchieri fino alle stoffe più improponibili, aggeggi in disuso e tanto altro. Immersi nella preoccupazione della sopravvivenza e delle “guerre tra poveri”, abitanti dell’area e frequentatori sono poco avvezzi al contatto con l’arte e di certo non è il loro primo pensiero.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Quando sono stato contattato da Elenk’art e dagli artisti che avevano deciso di realizzare dei murales a Ballarò/Albergheria, ho accettato di buon grado, conoscendo da anni alcuni di loro. Fino a quel momento Andrea Buglisi, Fulvio Di Piazza e Alessandro Bazan non avevano mai eseguito quel tipo di lavoro non essendo street artists.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Dopo quella esperienza Igor Scalisi Palminteri e Buglisi hanno continuato e stanno realizzando decine di murales a Palermo e in Sicilia. Gli altri continuano la loro attività nei loro studi davanti alle loro tele. L’unico dei cinque artisti che nasce come street artist presente in quella occasione è Angelo Crazyone, che come si può vedere nel documentario possiede una tecnica molto specifica.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Nel documentario ho coinvolto come produttore e coautore Antonio Bellia, un caro amico oltre che un ottimo regista, con cui ho condiviso altri lavori e con cui ho un buon rapporto creativo. Abbiamo chiamato come operatore Salvo La Barbera, un vecchio amico che ha le mie stesse origini di Villafrati e che per qualche decennio ha lavorato insieme a tanti giornalisti – in particolare con Toni Capuozzo – nelle zone di guerra, tra Iraq, Afghanistan e Siria.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Forse l’ho chiamato a collaborare per lo spirito libero che lo contraddistingue e per la sua capacità di adattamento in situazioni limite come quelle che aveva vissuto nelle aree di conflitto, figuriamoci in città a Ballarò: per lui sarebbe stata una passeggiata, come poi è stato, anche se all’inizio abbiamo avuto qualche piccola frizione visto che eravamo visti come invasori di uno spazio che apparteneva agli abitanti del quartiere. Dopo il primo impatto le cose sono cambiate e la iniziale diffidenza si è trasformata non dico in accoglienza ma almeno in quieta convivenza.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Questo viaggio all’Alberghiera è durato quattro giorni, immersi nella calura estiva e a contatto diretto sia con gli artisti che con la gente. Abbiamo semplicemente registrato ciò che accadeva cercando di essere meno invasivi possibile.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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In questo viaggio ho conosciuto persone straordinarie che cercano da anni di fare evolvere in bene le situazioni complicate dell’intera area, missione non facile. In ogni momento in cui abbiamo girato accadeva qualcosa che non può accadere altrove e che accade solo in posti borderline.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Uno degli spettacoli cult degli anni Novanta prodotto dal Teatro Crystal era titolato ironicamente “La povertà non è una vergogna … ma mancu un prìo” (trad: ma neanche è una cosa di cui rallegrarsi…) e questo aspetto l’abbiamo vissuto tra le pieghe di quelle vie e di quelle case e tra le parole delle persone, in qualcosa che si esprime velatamente tra una parola e l’altra e che a volte può essere incomprensibile non solo agli stranieri ma persino agli altri abitanti della città che vivono in quartieri più agiati. A volte c’è una violenza, a volte una dolcezza.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

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Nel documentario “Prospettiva Ballarò” viene fuori il rapporto della gente con l’arte e l’inclinazione a volerla comprendere comunque, anche quando appare a prima vista indecifrabile. E da questo sforzo viene fuori l’ironia, il gusto dello sberleffo e una potente energia. Gli artisti cercano di aggiungere colore con i pennelli, la gente aggiunge colore con le parole, anche tra l’immondizia e il sudiciume di una città che appare irredimibile, stanca di sé e allo stesso tempo piena di una prorompente “rivoluzionarietà” popolare.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Quello che ho sentito tra quelle strade è pura energia che trabocca, l’energia di una popolazione che non trova posa, che si dimena, che si lamenta. Il lamento è una costante. Il lamento non è solo un lamento e basta, è una nenia, un mantra che invade le strade e le case, che immobilizza o che dinamizza a seconda dei momenti.

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Prospettiva Ballarò (ph. Salvo Cuccia)

Questa è Palermo, questo è Ballarò, questa è l’Albergheria. Un crogiuolo di emozioni, un impasto umano che si ritrova in forme diverse in luoghi anche lontani nel mondo, in luoghi problematici in cui la povertà, il disagio sociale, l’oppressione del potere, fanno sì che l’arte si manifesti non in una “Manifesta” qualsiasi fuori contesto, ma tra la gente e in un dialogo con la gente, in una apertura di reciproca fiducia in cui si cerca di comprendere e comprendersi nel senso di fare parte di una visione condivisa della vita umana e del mondo. 

Dialoghi Mediterranei, n. 58, novembre 2022 

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Salvo Cuccia, regista e artista visivo, nella sua sperimentazione eclettica coniuga videoarte, fiction e nuove forme del documentario. Ha realizzato molti lavori tra video di creazione, cortometraggi di invenzione, performances, videoinstallazioni e documentari, alcuni dei quali per i programmi RAI “La storia siamo noi” e “Magazzini Einstein”. I suoi lavori sono stati selezionati in numerosi festival internazionali, da Locarno al Festival dei Popoli, da Torino a Bombay. Nel 2005 Martin Scorsese ha presentato il suo film documentario Détour De Seta al Tribeca Film festival e al Full Frame Documentary Film Festival. Nel 2013 il suo film documentario Summer 82 When Zappa Came to Sicily è stato presentato come evento speciale alla 70a Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2015 ha girato Il Soldato innamorato e Lo Scambio, il suo primo lungometraggio di finzione (in concorso al 33 Torino Film Festival). Nel 2018 ha realizzato il film documentario La Spartenza (Speciale TG! RAI 1). La sua ricerca è oggi orientata verso il cinema di finzione.

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