di Laura Leto
«Altro oggetto tristo furon per me quattro pietre vicine che covrono una madre e tre figlie, la spietata morte ha girato a tondo la sua falce su quella famiglia» (Quattromani 1836: 135).
Queste sono le parole riportate dall’ufficiale dell’esercito borbonico Gabriele Quattromani, colpito dalle lettere «scritte col sentimento della verità» che il soldato Paolo R. inviava al suo generale in via del tutto confidenziale. Nella lettera XXXII del 1835, spedita da Palermo, Paolo racconta la visita al Cimitero acattolico “degli Inglesi” all’Acquasanta. Dalla mia ricerca sugli individui ivi inumati, ho potuto confermare che si tratta delle donne della famiglia Seager, decedute tutte a distanza di pochissimo tempo a causa del colera. Delle “quattro pietre” rimane traccia soltanto di una stele in marmo di forma quadrata con bordo ed epigrafe incisi. Questa è attualmente poggiata su un plinto con una semplice modanatura mutila sul fronte destro, il quale non è certamente connesso all’originale collocazione del reperto [1]. Sul verso della stele si nota un motivo decorativo a cordone, un’incisione in latino e grappe metalliche che fungevano probabilmente da ancoraggio al monumento funebre, ciò denota la preziosità del materiale utilizzato che ne valeva il riciclo. Sulla lapide si legge:
SACRED
TO. THE. MEMORY. OF
JULIA
DAUGHTER. OF. MARK
AND SOFIA SEAGER
WHO. DEPARTED. THIS
LIFE. THE. 4. DAY. OF
MAY. 1839. AGED. 17
MONTHS. AND. 13. DAYS
Si tratta della figlia di Mark Seager e Sophia Catharine Elizabeth Anne Graindorge, deceduta a soli 17 mesi. La figura del padre è nota nel panorama degli imprenditori-commercianti che si trasferirono in Sicilia nell’Ottocento per il commercio di vino e materie prime. Molti degli individui seppelliti in situ sono i protagonisti della storia delle ‘case mercantili’ che si occupavano dell’esportazione di vino, olio, frutta sommacco, zolfo e importavano carbone e ferro, facendo dell’Isola un significativo polo commerciale [2]. Mark Seager non fa eccezione, ma sul capostipite della famiglia tornerò più avanti.
Chi erano allora la madre e le sorelle della piccola Julia? Per mia fortuna, mi sono imbattuta nella ricerca dell’antiquario e collezionista inglese George Gery Milner-Gibson Cullum (1857-1921) che nel 1839 visitò il Cimitero [3]. Grazie al suo tentativo di raccogliere la genealogia delle facoltose famiglie di origine inglese, ho avuto modo di scoprire le epigrafi che riporto di seguito:
SACRED
TO THE MEMORY
OF
SOPHIA
WIFE OF MARK SEAGER
WHO DEPARTED THIS LIFE 6 FEBRUARY 1851
AGED 46 YEARS
AND ALSO OF THEIR DAUGHTER SOPHIA GRAINDORGE
WHO DEPARTED THIS LIFE 1ST OCTOBER 1855
AGED 21 YEARS
ALSO TO THE MEMORY OF THEIR DAUGHTERS
JULIA
WHO DEPARTED THIS LIFE 4TH MAY 1839
AGED 17 MONTHS
AND
ELIZA
WHO DEPARTED THIS LIFE 16TH AUGUST 1854
AGED 10 YEARS
Si comprenderà il mio entusiasmo nel poter accedere alle date di nascita e decesso delle “donne Seager”, fondamentali per il reperimento delle informazioni genealogiche.
Nonostante Milner-Gibson Cullum abbia unito le epigrafi, i monumenti erano probabilmente separati e secondo l’ordine di trascrizione e la conoscenza puntuale dei frammenti, ho avuto modo di ipotizzarne l’originaria collocazione [4]. Sia il soldato Paolo R. che il collezionista non iniziarono il percorso dal portone principale sull’attuale via Comandante Simone Gulì, bensì dall’ingresso ormai murato dei piloni in tufo con le pigne, probabilmente dopo aver visitato il Lazzaretto. Pertanto posso ipotizzare che si tratti dei monumenti a cassa/sarcofago con base collocate sul fianco sinistro subito dopo il corpo di guardia – in pessime condizioni – che prevedevano una stele marmorea con incisa l’epigrafe. Stupiscono la forma quadrata e lo spessore della stele di Julia, è plausibile che sia stata incastonata in uno dei monumenti, ma le modalità rimarranno un mistero.
Sophia C. E. A. Graindorge era figlia del commerciante Lewis Charles Graindorge Esq. e Elizabeth [5]. Della figura della madre non si reperiscono particolari notizie ad eccezione di un prezioso contributo che, sebbene non fornisca il cognome [6], illustra la trascrizione dell’epigrafe. Il monumento era presente presso il Cimitero di S. Maria della Fede di Napoli, attualmente soppresso per volontà del Comune. I resti degli individui sono stati esumati e traslati nell’ossario del Cimitero Britannico, sito in via Nuova del Campo, civico 25, Napoli [7]. Ancora una volta, almeno per quanto riguarda le sepolture inglesi, la memoria degli individui del Cimitero della Fede non cadranno nell’oblio. Un appassionato di genealogia, il tenente-colonnello G. S. Parry di Hyde Gardens – Eastbourne, Regno Unito – ha copiato nel 1907 le iscrizioni superstiti [8] e tra queste, al numero 19 dell’elenco, si legge «Elizabeth, wife of L. C. Graindorges, born at Winchester; ob. 25 Nov., 1834, a. 63» [9].
Come per i Seager, le origini della famiglia Graidorge sono canadesi, il padre Lewis era un commerciante nel settore delle navi, abitava lungo il fiume St Laurence, in una zona commerciale, la prima area industriale della zona di York che nel 1834 cambiò la denominazione in Toronto [10]. La famiglia si trasferì a Napoli dove visse gran parte dell’esistenza, Sophia rimase figlia unica. Conobbe Mark Seager nella Città partenopea – probabilmente grazie al padre – e lo sposò il 9 aprile del 1833 presso la British Chaplaincy della medesima Città [11].
La coppia abitava a Palazzo Pantelleria, attualmente piazza Giovanni Meli, che rimase residenza sino al momento della morte, a quarantasette anni, come risulta dal Register of Deaths – British Consulate at Palermo (1810 al 1968).
Dalla loro unione nacquero otto figli: Sophia Graindorge (1834 – 1 ott. 1855), l’omonimo Mark (1836 -?), la piccola Julia, Charles Lewis (Napoli 1839 -?), James Morrison (Palermo 1841 – Manhattan 1900), Eliza (1844 – 16 ago 1854), John Christian (Palermo 1845 – Manhattan 1933) e Emma (Stepney 1845 – St Pancras 1920) [12]. Sorprende che gli ultimi due abbiano la stessa data di nascita – giustificabile con un’eventuale gemellarità – ma luoghi di origine differenti, frutto di un probabile errore.
Fortunatamente le fonti documentarie vengono in soccorso, almeno per quanto riguarda la nascita della prima bambina e il decesso della terza.
I figli maschi furono più fortunati, Charles Lewis Seager gestiva un’impresa commerciale presso la Gracechurch Street, storicamente una delle strade principali di Londra.
Dai siti di genealogia risulta che convolarono a nozze James Morrison Seager e John Christian Seager. Il primo sposò il 6 ottobre del 1869 a Wakefield, nello Yorkshire, con Ellen Burnley (1843 -?) [13] ed ebbe quattro figli: James Morrison Seager (1865 – 1929),
Richard Roberts Seager (867 – 1892), Charles Ebenezer Seager (1869 – 1921), Sophia Gramdorge Seager (1871 – 1916). Il censimento del 1871 certifica che l’intera famiglia risiedeva ad Hampstead, zona verde residenziale di Londra. Sebbene non ci sia un certificato di morte, risulta che James Morrison è deceduto l’11 febbraio del 1900 a Manhattan, se ne deduce che la famiglia si trasferì a
New York, USA. Anche il fratello John Christian si trasferì negli Stati Uniti come si legge dai Censimenti federali. Nello specifico, quelli del 1910 e del 1920, forniscono ulteriori elementi sulla sua famiglia. Alla riga 87 si legge che Seager si trasferì in America nel 1869 e che all’età di 64 anni, risiedesse all’indirizzo West 97th Street, che fosse di origine inglese, sebbene venga riportato “Sicilia” – seppur sbarrata – di professione “broker nel settore delle navi”. Stato civile: divorziato. È interessante che venga accompagnato da un’ipotetica sorella di origine tedesca: Ilka K., di 37 anni, divorziata e dal nipote omonimo. Eppure dieci anni dopo – in un altro Censimento federale – gli stessi individui vengono definiti come moglie e figlio [14], evidentemente la coppia avrà avuto qualche impedimento nel continente di provenienza. Sta di fatto che il matrimonio con Ilka Kuznik Schmidt (1874 -?) venne celebrato il 29 settembre del 1905 a Manhattan.
Grazie alla ricerca ho avuto modo di incontrare alcuni discendenti delle prestigiose famiglie studiate che confermano il profondo legame con Palermo. Nel caso dei Seager, ho conosciuto Roberto Tristano che ha condiviso generosamente aneddoti, documenti e immagini illuminanti. Mi ha raccontato che il proprio bisnonno, Giuseppe Tristano Nicolai (1854 – 1930) era il marito di una delle figlie di Mark Seager, Selina Seager. Di quest’ultima non avevo notizie e ho scoperto che il Nostro, dopo molti anni, convolò nuovamente a nozze, dando alla luce un altro ramo della discendenza.
Il 22 febbraio del 1856, il console George Dennis certifica l’inserimento del matrimonio di Mark Seager (negoziante, vedovo di 48 anni) e Mary Ann Rose Valentine, nata Matthey, (suddita Britannica, vedova di 34 anni) sul Registro dei Matrimonj dei Sudditi Britannici del 1856, conservato presso l’Archivio del Consolato di Sua Maestà Britannica per la Sicilia, al numero d’ordine 2. L’11 ottobre dello stesso anno il reverendo Clay ha celebrato, secondo il rito anglicano, il matrimonio, avvenuto in presenza di Joseph Whitaker e della figlia Alexandrina Mary Whitaker (1840-1925) [15], moglie di William Epps Morrison (26 dic 1842 – 11 dic 1895) quinto figlio di James Colquhoun Morrison [16] – socio di Mark – anch’egli presente. Tra i testimoni vi era anche John Goodwin, console in carica dal 1834 1866 ca., se ne deduce che la cerimonia fosse stata celebrata presso la sua dimora, a palazzo Lampedusa in via Butera [17], sebbene vi fosse un’altra residenza, Palazzo Campofranco in piazza Croce dei Vespri, che era nota come sede delle riunioni religiose della comunità anglicana, prima che venisse realizzata la Chiesa Holy Cross, inaugurata nel 1875.
Nel 1840, la Società Morrison & Sieger versò 17 sterline per contribuire alla costruzione e tre anni dopo, assieme a Goodwin e Rose, fondò un Comitato finalizzato a garantire la regolarità delle cerimonie religiose (D’Angelo 1995: 279-293).
Mary Anne Rose Matthey nacque a Messina nel 1819 da Alphonso Matthey (1798 – Croydon, Surrey, UK, 1854) [18] e Maria Costanza Caterina Newman (Costantinopoli 1785 – Messina 1839).
Ancora una volta i racconti di Roberto Tristano sono stati preziosi, mi ha fornito la foto della sepoltura del Cimitero di Ta Braxia – Floriana, sobborgo de la Valletta – dalla quale ho potuto verificare la trascrizione dell’epigrafe che riporto di seguito:
ON LOVING MEMORY
OF
MARY ANNE ROSE
WIDOW OF
MARK SEAGER OF PALERMO
SICILY
WHO PASSED TO HER REST
ON EASTER DAY 1892
1819-1892
Il certificato di matrimonio offre un’altra informazione importante al fine di comprendere la fitta rete di relazioni che le comunità straniere intrecciavano: la seconda moglie di Mark era la sposa di Richard Valentine [19], imprenditore di origine americana – sebbene nato a Napoli – il quale aveva una sua Società che gestiva Vapori e bastimenti. Il “gruppo azionario” Routh, Valentine, Morrison era il più influente nella Palermo del 1830, in possesso di un capitale di circa 2.700 onze (Battaglia 1983: 61).
I due commercianti, oltre che colleghi, dovevano essere grandi amici, lo testimonia il fatto che Seager risulta essere presente al momento della morte, avvenuta il 3 settembre del 1854, all’età di 48 anni, come risulta dal Register of Deaths – British Consulate at Palermo, (1810-1968). Come per la sua prima famiglia, anche l’amico lo ha lasciato a causa del colera.
La tragedia della perdita della prima moglie e delle figlie colpì profondamente Mark, a tal punto da sviluppare un vero e proprio terrore per il colera, facendo disinfettare a proprie spese – come mi ha raccontato Tristano – l’intera strada dove si trovava la sua abitazione. Eppure la causa della sua dipartita fu proprio il morbo che in un ventennio decimò la popolazione palermitana.
Quando intrapresi la mia ricerca, esaminando il vicino Cimitero acattolico di Santa Maria dei Rotoli, nella borgata di Vergine Maria, mi sono imbattuta nel monumento funebre di Seager. Si tratta di un cippo con base ed epigrafe che presenta sulla parte superiore la traccia di un ulteriore elemento costitutivo.
Fortunatamente ne rimane testimonianza in una foto del 1890 ca., mostratami da Tristano, il quale mi ha riferito che la foto è stata commissionata dalla bisnonna Selina per inviarla alle sorelle Mary ed Emily che non abitavano più a Palermo. Sebbene attualmente l’incisione è in parte erosa, si legge:
SACRED
TO THE MEMORY
OF
MARK SEAGER
BORN AT POOLE DORSETS
SIMRE ENGLAND
24 OCTOBER 1807
DIED AT PALERMO 13 AUGUST 1867
AGED 60 YEARS
La sua morte è certificata sul Registro degli atti di morte dei Sudditi Britannici del distretto Consolare di Palermo al numero d’ordine 5, come risulta dal documento firmato dal console di Sua Maestà britannica per la Sicilia George Dennis il 18 febbraio del 1879. Sul registro il testimone del decesso è il vice-console di Licata Lewis Alexander Thompson.
Mark visse praticamente due vite. Dal Registro dei Battesimi della chiesa anglicana di Skinner Street di Poole, Dorset – sua città natale – risulta che Mark nacque il 24 ottobre del 1807 da Mark Seager (1774 -1845) e Julia Anna Pike (1784 – 1822), di origine canadese e che venne battezzato il 24 dello stesso mese e anno. La coppia convolò a nozze nel 1806 a Carbonear (Canada) e diede alla luce sei figli. Tra questi, si segnalano il commerciante nel settore armatoriale Edward – nato a Poole, Dorset, England, nel 1809 – che mise a disposizione le sue navi alle truppe inglesi in occasione della guerra di Crimea. L’arruolamento nello stesso corpo armato gli fu fatale, morì infatti nel 1854 a Sevastopol, unità amministrativa autonoma della Crimea [20].
Il padre svolgeva la stessa professione: ho trovato un documento relativo alle lettere del commerciante Poole George Gerland, scritte tra il 1806 e il 1807 che focalizzavano l’attenzione sul comportamento dei suoi agenti a Terranova, isola canadese nell’oceano Atlantico. Seager era uno degli agenti che doveva sorvegliare un “sospettato” poco attento agli interessi commerciali del suo datore di lavoro [21].
La Morrison Seager & C., società che il Nostro costituì con James Colquhon Morrison (1805-1853) aveva sede inizialmente a Piazza Marina n. 100, in seguito trasferita in via Toledo, svolgeva l’attività di agenzia locale per la Navigazione governativa di Napoli che prevedeva rotte di andata e ritorno per Marsiglia, Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Messina e Palermo. I soci erano tre, cui si aggiunse il quinto figlio di Morrison, William Epps (26 dic 1842 – 11 dic 1895), imparentato con la famiglia Whitaker.
In Sicilia, a partire dal 1815, l’Amministrazione postale si serviva di un sistema di bolli apposti alla partenza, durante il transito e all’arrivo per individuare la corrispondenza che viaggiava via mare. I bolli specificavano l’imbarcazione sulla quale viaggiavano le lettere. Nel 1859 subentrarono i francobolli per il pagamento della tassa sul trasporto della posta e a Palermo si utilizzava la dicitura in rosso “PALERMO ARRIVO” per le lettere soggette a tassazione, in nero su quelle esenti. Diverse lettere riportavano i nomi dei vapori della Società [22].
Su Lloyd’s Register of British and Foreign Shipping, registro delle spedizioni britanniche e straniere, la Morrison, Seager & Co. risulta alla sezione Foreign e Subscribers tra Società degli assicuratori di Londra con sede a Palermo per l’anno 1854 [23].
In via Toledo si trovava anche il Nuovo Casino Circolo Geraci che come da statuto aveva lo scopo di dilettare i suoi membri con “lettura, concerti, giuochi e balli”. Venne fondato il 27 marzo del 1846, l’iscrizione costava 4 onze ed era prevista una rata mensile, tra i soci: Vincenzo e Ignazio Florio – quest’ultimo anche nella presidenza – il Nostro, John Conrad Hirzel, Edward Edes Eayres Gardner (16 ago 1815, Boston, USA – 8 Settembre 1862, Palermo) e James Rose, tutti “negozianti”. Seager fu uno dei fondatori. Probabilmente in quelle stanze si discutevano ben più alti temi in contrasto col governo borbonico, la cricca di cospiratori guidati da Mariano Stabile progettava la rivoluzione. Il Circolo venne infatti chiuso il 20 novembre del 1854. Riaprì a Palazzo Geraci, dove rimase florido fino alla seconda guerra mondiale (Barbera Azzarello 2003: 128-131). Tutto ciò è utile a comprendere come la comunità Inglese si relazionasse politicamente con quella locale.
Altro Circolo al quale ha aderito Mark Seager era il Circolo Bellini, originariamente ‘Grande conversazione della nobiltà in Palermo’, fu fondato il primo settembre del 1769, uno dei più antichi d’Europa. Certamente più in linea col governo, ha ospitato più volte i Reali borbonici.
Nel 1809 la sede si trasferì nel Palazzo Santa Lucia di Valguarnera, dove sin dal 1600 esisteva un magazzino trasformato in un bel teatro ligneo, che proprio in quel periodo veniva ricostruito in muratura e destinato all’opera lirica e concertistica, assumendo la denominazione prima di Real Teatro Carolino, in onore della Regina Maria Carolina d’Asburgo, spesso presente alle rappresentazioni. Quasi in concomitanza si è avuta l’inaugurazione della nuova sede del Circolo, con un sontuoso ballo in costume, e con l’intervento dell’intera Famiglia Reale di Napoli e di Sicilia [24].
Era anche noto per essere frequentato dagli stranieri che vivevano a Palermo, ma anche da coloro che la visitavano come meta del Grand Tour. Tra i soci, dal 1857 a1864, vi erano Benjamin Ingham (1784 – 1861) e Benjamin Ingham Jr (1810 – 1872), James Graham Domville (1817 – 1887), James Morrison, Ignazio Florio (1838 – 1891), Joseph Whitaker (1843 – 1844), James (1809 – 1868) e William Rose (1840 – 1888) e i figli di Mark: John Christian e James Morrison Seager (Monroy Maletto 1909).
Seager aveva diverse società in comune con altri imprenditori, come nel caso della Gardner & Rose, assieme alla quale rappresentava la Anglo-Italian Company che constava di 17 vapori condotti da comandanti inglesi iscritti al registro di Liverpool.
La Gardner & Rose era una delle maggiori aziende esportatrici di sommacco negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Nel 1840 iniziò l’attività di estrazione dello zolfo a Lercara, presso il Colle Madore [25].
Trevelyan scriveva che dal 1854, tra le altre, anche la banca Morrison & Seager di Palermo acquisiva sempre più prestigio. In realtà, dalle informazioni ricevute dalla ricercatrice Alexandra Cooper, risulta che Seager avesse diversi conti correnti al Banco regio di Palermo dove versava periodicamente quantità cospicue di denaro, probabilmente per finanziare le attività commerciali locali (Trevelyan 1977: 143). Si comprende facilmente l’influenza che il Nostro esercitava a livello sociale ed economico.
Come accadde per molte ditte, la Morrison & Seager fallì nel 1878. I figli del primo matrimonio erano già partiti per l’America e probabilmente Mark trovò conforto nell’amica, nuova moglie, Mary Anne che gli aveva donato la gioia di altre tre figlie: Emily Isabella (1857 -?), Mary (1859 -?) e Selina Garibaldina (1860 – 1930), chiamata così in onore dell’arrivo di Garibaldi, “liberatore della Sicilia”. La nascita delle bambine è riportata sul Register of Births, Palermo (1837-1891).
È interessante notare che alla sezione Segnature, Description and Resident of Informant sia riportata una volta la dicitura accountant, nelle altre merchant, facendo emergere ancora una volta le varie sfaccettature della figura professionale del Nostro.
Per merito del discendente Tristano sono venuta a conoscenza del fatto che Emily Isabella ebbe come madrina Emily Bennet Hinton, moglie di Benjamin Ingham Jr. Il 25 gennaio 1888 sposò a Malta il comandante del reggimento Gordon Highlanders, fanteria di reclutamento scozzese, in seguito si trasferì in Inghilterra. Anche Mary partì per il Regno Unito dopo aver sposato l’Ispettore generale della Real Marina Henry A. Close.
Selina, bisnonna del discendente, fu l’unica che rimase a Palermo, come accennato sopra, sposò il 13 marzo del 1879 Giuseppe Tristano Nicolai, dopo essersi convertita al cattolicesimo. Benjamin Ingham Jr., suo padrino dispose nel testamento un legato di 500 sterline a favore di ciascuna delle fanciulle Seager.
La coppia Seager-Tristano Nicolai ebbe dieci figli, tra i quali il maggiore Giuseppe era il nonno del discendente che si sposò a Roma nel periodo in cui i genitori vi risiedevano e vi rimase sino alla morte. Citando Roberto Tristano:
«Il mio bisnonno era un personaggio poliedrico, giornalista (dirigeva giornali di sua proprietà: prima “Il nuovo precursore” e poi “La libertà”), politico al seguito prima di Crispi e poi di Rudinì, e tanto altro. [Con Selina] Girarono molto, dal 1891 al 1918 vissero fuori Palermo, prevalentemente a Roma. Prima del 1891 abitavano in via Alloro, dopo il 1918 e fino alla morte a piazza Marina. Le mie prozie, figlie di Selina e sorelle minori di mio nonno, erano in rapporti con Delia Withaker e talvolta mi portavano con loro quando andavano a trovarla in visita».
Selina morì il 7 maggio del 1930 e le sue spoglie riposano al Cimitero dei Cappuccini.
Ripercorrere la storia della famiglia Seager fa emergere ancora una volta l’importanza che luoghi come il Cimitero “degli Inglesi” all’Acquasanta e quello di Vergine Maria rivestono per la storia della nostra Città, certificandone il profondo legame. Le spoglie della piccola Julia sono rimaste per secoli isolate dai suoi cari, ma raccontandone la storia mi piace pensare che preservandone la memoria sia ad essi ricongiunta.
Dialoghi Mediterranei, n. 66, marzo 2024
Note
[1] Il monumento, attualmente non identificato, apparteneva probabilmente ad un individuo di origine tedesca o svizzera.
[2] Nel 1842, a Palermo erano attive – tra le altre – la Ingham Benjamin & Co, la Wood George & Co, la Dickinson William, la Gardner-Rose, la Morrison Seager & Co, la Prior Turners & Thomas e la Oates John. Cfr. R. Battaglia, L’ultimo splendore: Messina tra rilancio e decadenza (1815-1920), Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ): 67-68.
[3] Il prezioso aiuto di Mr. George Gery Milner-Gibson Cullum, in “Dialoghi Mediterranei”, Periodico bimestrale dell’Istituto Euroarabo di Mazara del Vallo, n. 52, novembre 2021, ISSN 2384-9010.
[4] È prevista la pubblicazione del rilievo dell’intera area con la segnalazione di tutte le sepolture accompagnate dai nominativi e altri dati identificativi.
[5] Di Elizabeth non sono riuscita a scoprire il cognome da nubile che dai racconti del discendente Tristano, sembrerebbe legato alla famiglia Ingham. Non è specificato neppure sul suo monumento funebre a Napoli, oggi non più esistente. Sull’epigrafe era scritto: Elizabeth wife of Lewis Charles Graindorge, born at Whinchester; ob. 25 nov. 1834, a. 63. Ho contattato il Cimitero Britannico di Napoli e mi hanno riferito che il vecchio Cimitero acattolico che aveva sede in Largo S. Maria della Fede è stato soppresso a seguito della richiesta del Comune di Napoli e tutti i defunti che vi erano sepolti sono stati esumati e traslati nell’ossario all’interno dell’attuale Cimitero Britannico di via Nuova del Campo, 25. Mi hanno riferito che non vi sono documenti in riferimento ai nominativi, pertanto degli ospiti presenti ancora una volta non rimarrà più traccia, sebbene vi sia la preziosa pubblicazione Notes and Queries: Medium of Intercommunication for Literary Men, General Readers, etc., Tenth series, vol. VIII, July-December 1907, Office, Bream’s Buildings, Chancery Lane E.C., by John Francis and J. Edward Francis, London 1907.
[6] Il discendente Roberto Tristano mi ha riferito che la tradizione orale di famiglia la legasse alla famiglia Ingham, ma non vi sono certezze.
[7] Come riferitomi dal Direttore del Cimitero Britannico, non rimane traccia delle epigrafi dei monumenti del Cimitero di S. Maria della Fede. Vi è solo un database relativo a quelli in situ che presentano una datazione a partire dal 1892.
[8] A quanto mare molte andarono perdute.
[9] Notes and Queries: Medium of Intercommunication for Literary men, General readers, etc., Tenth series, vol. 8, Office, Bream’s Buildings, Chancery Lane, E. C., By John C. Francis and J. Edward Francis, London 1907: 62.
[10] “Lovell’s Montreal directory for 1882-83”, Canada, City and Area Directories, 1819-1906 – Québec Montréal 1883: 604.
[11] Ancestry.com. Italia, Matrimoni, 1809-1900 [database on-line]. Provo, UT, USA: Ancestry.com Operations, Inc., 2014, Numero di microfilm FHL: 574492.
[12] https://www.ancestry.it/
[13] Certificato di matrimonio, West Yorkshire, Inghilterra, Matrimoni e pubblicazioni della Chiesa anglicana, 1813-1935, da ancestry.it.
[14] Censimento federale negli Stati Uniti del 1920 – Manhattan Assembly District 0940 NY – John Christian Seager – riga 3. da ancestry.com
[15] Figlia di Joseph Whitaker e Eliza Sophia Sanderson, la sua nascita è registrata sul Register of Births, Palermo (1837-1891), FO 653: Palermo, Italy, Birth and Death Registers, Piece 19: Palermo, Italy, riga 4 di pag. 2. Presso la sezione acattolica del Cimitero acattolico di Santa Maria dei Rotoli sono seppelliti i figli: Archibald Stuart Morrison (1874 – †1874), Charles Æneas Morrison (1876 – †1877), James Gordon Morrison (1872 – †1876).
[16] Seppellito presso la sezione acattolica del Cimitero acattolico di Santa Maria dei Rotoli: JAMES COLQUHOUN MORRISON / DIED 9TH DECEMBER 1873 / AGED 85 YEARS / THE MEMORY OF THE JUST IS BLESSED. Il monumento consta di una stele sulla quale è incisa l’epigrafe. La parte superiore vede scolpita in altorilievo una croce patente su cerchio, probabilmente allusione alla vita eterna, con ulteriore circonferenza centrale, sulla quale è inciso: IHR (Iesus Hominum Salvator). L’area sepolcrale è delimitata da muretto perimetrale. É presente sul registro dei Rotoli e sul Register of Deaths – British Consulate at Palermo, dal 1810 al 1968, al n° 24 di p. 11, dove risulta che il commerciante James Colquhount Morrison è deceduto il 9 dicembre del 1873, all’età di 85 anni, come testimoniato dal figlio William Epps Morrison e registrato dal Console George Dennis il 18 dicembre dello stesso anno.
[17] Originariamente denominato Aceto dal suo proprietario, il Conte Giovanni Aceto. Cfr. A. Lo Faso Duca di Serradifalco (a cura di), Diario Siciliano 1841-1849. Dai documenti dell’Archivio di Stato di Torino, in Mediterranea Ricerche Storiche, capitoli IV e V; G. Di Marzo (a cura di), Opere storiche inedite sulla Città di Palermo ed altre Città Siciliane, pubblicate su’ manoscritti della Biblioteca Comunale, vol. V., Luigi Pedone Lauriel, Palermo 1874: 74-75.
[18] Alphonso Matthey era nipote del console britannico a Napoli John James (1734-1829), suo socio nella ditta James & Matthey, la quale cambiò denominazione nel 1834 in Matthey, Oates & Co. Si unì George Charles Oates (1817-1897) che sposò a Malta la sorella di Mary Anne Rose. Cfr. E. Bristotti Bottini Raimondo, La cristalliera infranta. Una famiglia inglese a Messina tra ’800 e ’900 nei ricordi di Julia Emma Oates, Di Nicolò, Messina 2009.
[19] Seppellito presso il Cimitero dell’Acquasanta. La sua epigrafe recita: SACRED / TO THE MEMORY / OF / RICHARD VALENTINE / WHO WAS BORN IN NAPLES / 22 JULY 1806 AND DIED / AT PALERMO 3 SEPTEMBER 1854. Presto verrà pubblicata anche la sua storia.
[20] https://www.ancestry.it/
[21] T. McDonald, “I Had Better Be Without Him…” Rivalry, Deception and Social Status within the Poole-Newfoundland Trade, Newfoundland & Labrador Studies, da https://journals.lib.unb.ca/index.php/NFLDS/article/view/1012
[22] V. Fardella de Quernfort, Una doverosa precisazione su un bollo marittimo usato nel 1859-1860 a Palermo, in “Sicil Post magazine”, Anno XV – n.29 – giugno 2014: 5-10.
[23] Register of British and Foreign Shipping, from 1st july 1856, to the 30th june 1857, Printed by J. & H. Cox (Brothers), & Wyman, London 1856: XXXVI, 159; Sempre alla sezione Foreign, la Società risulta anche sul Christie’s shipping register, maritime compendium and commercial advertiser del 1858.
[24] Per approfondire la storia del Circolo, cfr. https://www.circolobellini1769.com/il-circolo.html
[25] Edward Gardner si dedicò alla lavorazione dello zolfo assieme alla famiglia della moglie Martha Beaumont of Prior e ai due generi, sposati rispettivamente con le due figlie Elisabeth e Martha, William Rose (1840-1888) e John Forester Rose (1853-1922). Le spoglie del commerciante si trovano, assieme a quelle dei figli, presso il Cimitero “degli inglesi all’Acquasanta”. Cfr. R. Trevelyan, Principi sotto il vulcano, a cura di F. Saba Sardi, Rizzoli, Milano 1977: 423, nota n° 7.
Riferimenti bibliografici
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https://journals.lib.unb.ca/
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Laura Leto, antropologo e storico, è attualmente impegnata nel Dottorato di Ricerca con l’Universidad delPaìs Vasco UPV/EHU che ha come oggetto di studio il Cimitero acattolico dell’Acquasanta di Palermo. Partecipa al Catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane in qualità di bibliotecaria e catalogatrice. Ha cooperato, in qualità di operatore didattico, con diverse Associazioni culturali palermitane, in seguito all’acquisizione del titolo di Esperto in Didattica museale.
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