Un invito a un convegno mi dà verso fine ottobre l’occasione di partire per gli Emirati Arabi Uniti. Se esco dalla cerchia dell’università, trovo che per amici e conoscenti che sono al di fuori dagli ambienti arabistici o non sono avvezzi a viaggiare in Nord Africa e in Medio Oriente, gli Emirati sono sinonimo di Dubai e Abu Dhabi. Ma quando rispondo che non sono diretto in quelle città, la reazione è spesso sorpresa: “Sharjah?”, con l’aria e l’espressione di chi non la conosce.
Ebbene, Sharjah è la sfavillante capitale culturale degli Emirati Arabi Uniti che, a partire dal 1998, è anche capitale araba della cultura per l’UNESCO, ed è proprio in questa cornice che si inserisce la miriade di attività culturali che l’emirato organizza in ogni momento dell’anno.
Tra strade gigantesche e grattacieli ipertecnologici, ci si imbatte in ispirati tocchi di raffinatissima architettura islamica contemporanea che conferiscono all’emirato di Sharjah un’atmosfera fiabesca e incredibilmente affascinante. Capitale culturale, capitale scientifica.
Ed è per questa ragione che proprio in quest’emirato si è tenuto il 29 e il 30 ottobre 2023 un congresso di grande rilevanza: Muʾtamar al-Šāriqa al-duwalī al-awwal li-dirāsāt al-luġa al-ʿarabiyya fī Ūrūbba (Il primo convegno internazionale di Sharjah di studi sulla lingua araba in Europa), organizzato dall’Accademia della Lingua Araba di Sharjah (Maǧmaʿ al-luġa al-ʿarabiyya bi-Šāriqa), sotto gli auspici di Sua Altezza Sultan bin Muhammad al-Qasimi, emiro di Sharjah.
L’importanza attribuita al convegno è stata dimostrata dalla seduta inaugurale, la mattina del 29, che ha visto la partecipazione in persona di Sua Altezza ad aprire i lavori, tenutisi nella magnifica sede del Dr. Sultan Al-Qasimi Centre (Dārat al-duktūr Sulṭān al-Qāsimī). Tra le sale sontuose, modernissime, e adornate con eleganti opere d’arte sia arabe sia europee, si sono confrontati studiosi provenienti da Austria, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Russia, Spagna e Turchia, ai quali si è aggiunto anche il Kazakistan.
Ognuno ha discusso le proprie esperienze di ricerca e di insegnamento della lingua araba, della letteratura araba, e della storia dei Paesi arabo-islamici, in un confronto serrato in cui l’esperienza della propria università si è inserita nel quadro della tradizione di studi della propria nazione di provenienza. E la bellissima occasione si è arricchita della presenza dei presidenti di alcune delle più prestigiose Accademie della lingua araba.
Il ruolo delle Accademie linguistiche nel mondo arabo è stato d’altronde ben evidenziato durante il congresso in più di un’occasione, sia da parte di Sua Altezza nel discorso inaugurale, sia da parte del Dr. Mohamed Safi Al-Mustaghanimi, Segretario generale dell’Accademia della Lingua Araba di Sharjah.
Preservare una lingua, coltivarla, darne esempio e insegnamento del buon uso, sono elementi a cui il pubblico italiano è abituato grazie alle attività dell’Accademia della Crusca. Ora, l’italiano ha una certa diffusione internazionale, ma è innegabile che la schiacciante maggioranza numerica degli italofoni risiedano in Italia. Questo dato fa sì che sia essenzialmente una sola accademia linguistica a occuparsi della lingua: quella della Crusca, per l’appunto.
Per la lingua araba la situazione è invece molto diversa: a oltre venti Paesi arabi corrispondono numerose accademie linguistiche. Notoriamente quelle di Baghdad, Cairo e Damasco sono le più antiche, la cui fondazione risale agli inizi del Novecento. In seguito, nel corso degli anni, ne sono state istituite di nuove in diversi Paesi arabi, fino a federarsi in maniera da indirizzare efficacemente le politiche linguistiche panarabe.
L’Accademia della Lingua Araba di Sharjah è giovane (istituita nel 2016), ma si sta facendo promotrice di iniziative mirabili nel panorama internazionale arabo, e non solo. Basti pensare, appunto, all’iniziativa di questo convegno impegnativo, in cui ciascun conferenziere ha spiegato cosa e come insegna nel proprio Ateneo, quali metodi segue e che impressione ha della situazione nazionale dell’insegnamento dell’arabo. Ne è uscito un quadro variegato dove, accanto a punti di contatto comuni, ciascuno è stato anche latore delle proprie specificità e delle proprie esigenze.
L’iniziativa di questo convegno è solo l’ultima in ordine di tempo. È già da tanto che l’Accademia della Lingua Araba di Sharjah si sta occupando della pubblicazione di un’opera gigantesca: al-Muʿǧam al-tārīḫī lil-luġa al-ʿarabiyya (Dizionario storico della lingua araba). Si tratta di un’impresa colossale che coinvolge più di cinquecento studiosi, di estrazione e formazione variegata, impegnati da circa cinque anni nello scandaglio lessicografico dell’arabo in ottica diacronica, comparando il lessico arabo con le attestazioni epigrafiche delle altre lingue semitiche della regione. Sfogliarne i volumi, che l’anno prossimo si prevede arrivino a centodieci tomi per circa settecentocinquanta pagine ciascuno, è stato un piacere per gli occhi, per la mente e per lo spirito.
Terminato il convegno, ci attende un’altra sede, un’altra esperienza. Dal Dr. Sultan Al-Qasimi Centre, situato nel quartiere universitario, ci spostiamo verso il centro di Sharjah, dove la Sharjah Book Authority (Hayʾat al-Šāriqa lil-kitāb) ha organizzato la 42a edizione dello Sharjah International Book Fair. Cerimonia di inaugurazione stupenda, alla presenza di S.A. Sultan bin Muhammad al-Qasimi, dell’ambasciatore della Corea del Sud (ospite d’onore 2023), e del grande scrittore libico Ibrahim al-Koni. In arabo si dice che per trovare la conoscenza occorre cercarla anche se fosse necessario arrivare fino in Cina: qualche volta, però, partendo dall’Italia, non bisogna andare poi così lontano. Gli Emirati sono molto più vicini.
Dialoghi Mediterranei, n. 65, gennaio 2024
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Giuliano Mion, professore ordinario di lingua e letteratura araba presso l’Università di Cagliari, si occupa in particolare di linguistica e dialettologia araba ed è autore di numerose pubblicazioni, fra le quali: Sociofonologia dell’arabo. Dalla ricerca empirica al riconoscimento del parlante (2010), Corso di arabo contemporaneo (2010, con O. Durand e A.D. Langone), L’arabo parlato ad Amman. Varietà tradizionali e standardizzate (2012), La lingua araba (2016, nuova edizione).
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