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Spy Story

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

immagini

di Giovanni Polizzi

Osservando le persone per strada, a volte, ci chiediamo chi siano, che mestiere facciano, quale sia la loro destinazione. Senza una risposta, con la fantasia, assegniamo loro un’identità, un lavoro, una meta. Potremmo anche immaginare che essi facciano parte tutti di un unico racconto.

Da qui nasce l’idea di “Spy Story”, ovvero tramutare la gente in attori inconsapevoli di una storia. Una storia di spionaggio che faccia intendere intrighi e delitti, ambientata in una città dalle forme lineari e geometriche con spazi freddi e privi di identità, tipici dei non luoghi del nostro tempo.

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

Gli scatti sono stati realizzati in Belgio, tra le città di Bruxelles e Gent tra il 2019 e il 2020. Il progetto è stato svolto ricercando gli ambienti più adatti tra gli edifici con architettura moderna presenti nelle due città.

I forti contrasti che si creano in questi luoghi conferiscono una sensazione di tensione allo svolgersi dell’azione. L’uso del bianco e nero è volto a creare un’atmosfera di mistero, accentuata dal taglio cinematografico delle immagini, consueta nei film noir.

 L’idea è stata sviluppata a partire da immagini classiche da street photography che lasciano all’osservatore spazio alla sua interpretazione personale. Inoltre, unitamente a questo genere fotografico, sono state utilizzate una fotografia di architettura (con un pizzico di Photoshop) e un’immagine inscenata, con il fine di rendere più omogenea la narrazione.

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

La scelta dei soggetti è stata rivolta verso uomini ben vestiti e con abiti scuri, in modo da rappresentare i protagonisti come personaggi anonimi e ambigui. Il loro aspetto, così come i luoghi che attraversano, è privo di personalità in quanto omologato alle comuni convenzioni sul vestirsi.

 L’omogeneità nell’abbigliamento (come indossare giacca e cravatta in contesti formali) può essere vista come il risultato della massificazione sociale, un’uniforme che prima di definire l’uomo in quanto essere gli assegna un ruolo.

 “Spy Story” si propone di farci riflettere sull’immaginario che costruiamo delle persone che quotidianamente ci passano accanto e con le quali condividiamo le nostre giornate.

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

Molte volte la prima impressione è tesa al sospetto e alla diffidenza, perché condizionata dall’aspetto esteriore degli altri o da un loro atteggiamento che noi mal interpretiamo. Tutto ciò viene dettato molto spesso dal nostro stato mentale e dalla nostra condizione emotiva.

Le nostre menti, infatti, sono frequentemente offuscate dalle scadenze quotidiane, dagli obblighi che la società ci impone e dai timori sul futuro.

L’individualismo dominante nel tempo in cui viviamo ci spinge, proprio come in un film di spionaggio, a crearci pregiudizi negativi sugli altri o perfino a vedere loro come potenziali pericoli da cui tenerci distanti. Tra le conseguenze vi sono un isolamento dell’individuo sempre più evidente e una concezione degli spazi con sempre meno personalità e umanità.

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi)

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Spy story (ph. Giovanni Polizzi

L’uomo agisce sempre in uno spazio e in un luogo ben definiti, ma esistono anche nella nostra società post-moderna dei luoghi creati ad hoc in cui la condivisione, gli scambi umani ed emozionali e ogni forma di comunicazione immediata sono quasi totalmente preclusi. Non più piazze dove incontrarsi, ma soltanto luoghi di passaggio.

Questo lavoro ha l’intento di trovare un senso e un posto ai tanti volti anonimi che incrociamo ognigiorno, cercando di cucire tra loro, nelle trame della storia, gli eterni silenzi di questi personaggi.

Personalmente, considero il progetto ancora in divenire, in quanto quotidianamente si possono creare situazioni o vedere persone che hanno le caratteristiche di una spy story.

 Dialoghi Mediterranei, n. 48, marzo 2021
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Giovanni Polizzi, nato a Catania, si trasferisce a Gent (Belgio) nel 2012, dove ottiene il diploma in Fotografia (2020). Lavora come freelance, principalmente come fotografo di interni, architettura e still-life. Nel gennaio 2019 realizza la sua prima mostra personale: “High-light”, una raccolta di piccoli progetti con la sovraesposizione come filo conduttore. Ha preso parte a esposizioni collettive quali Foodgraphia 2018 e Urban Photo Award 2018 e 2019. Ha partecipato alla prima edizione di “Percorsi di visioni”- 2020 (bookzine a cura di Michele di Donato), alla quarta edizione di “Cities” nel 2018 (rivista italiana di street photography) e a “Paesi fantasmi” (2019) e “Italian Urbex” (2018), due libri che raccolgono i più suggestivi siti italinai abbandonati. E’ cofondatore di liotrum.com, il primo sito urbex in Sicilia. Il suo sito personale e giovannipolizzi.wix.com/photos.
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